Verona, l’ottimismo della volontà: tornano le opere in Arena. Apre Aida con Muti. Debutto del maestro Scappucci, prima volta anche di Roberto Alagna e Jonas Kaufmann.
L’Arena torna a produrre opere, meno “architettoniche” ma altrettanto spettacolari che nel passato. Così hanno assicurato ieri i vertici della Fondazione nel presentare la nuova stagione , la 78esima, “nel teatro all’aperto più grande del mondo” come ha tenuto a sottolineare Federico Sboarina , sindaco di Verona e presidente della Fondazione Arena di Verona che ha ricordato che “avevamo promesso che la stagione 2020 sarebbe stata solo rimandata e ci ritroviamo adesso ancora in pandemia, ma stavolta siamo pronti”. Se la scorsa estate in Arena si sono tenuti solo dei concerti con il palco al centro dell’anfiteatro, il palcoscenico quest’anno tornerà al suo posto e si metteranno in scena dei veri spettacoli d’opera. Nel segno innanzitutto della sicurezza sanitaria per tutti, lavoratori e spettatori, e dell’innovazione utilizzando le nuove tecnologie, come ha tenuto subito a rimarcare il sovrintendente Cecilia Gasdia che ha pure sottolineato come sono stati riscritturati tutti gli artisti che erano previsti lo scorso anno.
La stagione si aprirà il 19 giugno con il ritorno, dopo 41 anni, del maestro Riccardo Muti in Arena per dirigerà l’Orchestra ed il Coro areniano in un’Aida e che celebrerà i 150 anni della première dell’opera di Verdi al Cairo nel 1871. Sonya Yoncheva sarà per la prima volta Aida, Francesco Meli vestirà i panni di Radamès, Anita Rachvelishvili sarà Amneris. Una sola replica il 22 giugno. E poi, il 18 luglio, farà il suo debutto in Arena, per dirigere il Requiem di Verdi, il maestro Speranza Scappucci, allieva, tra l’altro, proprio di Muti.
Sarà prima volta in Arena anche per Roberto Alagna che con Aleksandra Kurzak sarà protagonista di Cavalleria rusticana, con Katia Ricciarelli come Mamma Lucia, che dei Pagliacci. Si farà la Placido Domingo Opera Night, Anna Neterbko e Yusif Eyvazov torneranno per tre recite di Turandot, Jonas Kaufmann dovrebbe tenere finalmente il suo Gala di debutto areniano, torneranno ad esibirsi l’étoile Roberto Bolle e Friends, sarà suonata la Nona Sinfonia di Beethoven e riproposta la Traviata. I dettagli dei nuovi allestimenti “tecnologici, leggeri” saranno rivelati a breve, così come il fil rouge che li collegherà, rivelati solo alcuni primi bozzetti. “Comunque ci sarà grandiosità, come nella nostra tradizione. Dobbiamo fare opera lo stesso, anche se c’è ancora il Covid – ha rimarcato il vicedirettore artistico Stefano Trespidi – il futuro è ora, dobbiamo sfruttare la tecnologia e gli sviluppi di questo lavoro chissà dove ci porteranno”. Già anticipato che il coro sarà disposto ai lati del palcoscenico, a distanza sanitaria di sicurezza, ma ci saranno comparse in costume in scena, anche se in numero minore del solito sopratutto per problemi di spazi ristretti nel backstage.
In tutto programmate 42 serate che dovrebbero portare in Arena circa 125.000 spettatori complessivamente, circa 3.000 a sera. Spettatori che potranno acquistare il biglietto flessibile con voucher che consente di scegliere lo spettacolo nei successivi 18 mesi. Previsto comunque che quest’anno, per ovvie, ragioni ci sarà più last minute. Ma più che un aumento di turismo di prossimità, come ipotizzato da qualcuno, ci potrebbe invece essere un aumento di spettatori dai quei paesi che sono più avanti nella vaccinazione.
Una nota, infine, per i tanti amanti dell’opera che apprezzano anche il buon vino: quest’anno la famosissima fiera Vinitaly che di solito si svolge in primavera aprirà i battenti invece proprio il giorno dopo dell’inizio della stagione arenaria. Motivo doppio quindi per andare/tornare in Arena quest’anno.
Alma Torretta